Contraccezione
Metodi Naturali
Vengono così definiti quei metodi che per il loro utilizzo non richiedono l’uso di nessuna sostanza estranea (chimica, meccanica, ecc..), ma consistono nell’astensione dai rapporti sessuali nei giorni fecondi del ciclo. Per questa loro caratteristica sono i soli metodi contraccettivi approvati dalla Chiesa Cattolica.
L’efficacia di questi metodi non è elevatissima; ciò dipende in parte dalla difficoltà incontrata da alcune donne nel riconoscere i segni dell’ovulazione ed in parte dalla possibile variabilità (anche sporadica) dei cicli. Questi metodi differiscono tra loro per il diverso modo di riconoscere il periodo fecondo.
Il muco cervicale viene prodotto con quantità e caratteristiche diverse nelle varie fasi del ciclo. Nei giorni immediatamente prima dell’ovulazione il muco diviene più abbondante e molto più filamentoso (il suo aspetto viene tipicamente paragonato all’albume d’uovo). In seguito a ciò la donna avverte in questo periodo una sensazione di maggiore umidità vaginale.
In base a questo metodo può essere considerato sicuro il periodo di secchezza che segue il periodo di maggiore umidità.
Il progesterone, che viene prodotto dall’ovaio dopo l’ovulazione, tra i suoi vari effetti comporta anche un innalzamento della temperatura corporea di circa 0,5 °C. Pertanto misurando la temperatura tutte le mattine, prima di alzarsi, a riposo (ciò in condizioni basali), e riportando i valori su un grafico appositamente predisposto, è possibile distinguere il ciclo in due fasi: quella caratterizzata da valori medi di temperatura più elevati corrisponde al periodo postovulatorio.
In base a questo metodo sono possibile rapporti sessuali sicuri a partire dal terzo giorno successivo al massimo valore di temperatura.
Tale metodo si basa sulla valutazione della durata dei vari cicli. Pertanto, dopo aver valutato i cicli di 12 mesi, sottraendo 19 giorni alla lunghezza del ciclo più breve, e 11 giorni a quella del ciclo più lungo, si stabilisce rispettivamente il primo e l’ultimo giorno del periodo fertile (Manuale di Ginecologia e Ostetricia – Pescetto, Pecorari, De Cecco, Ragni – SEU 1989).
Con questo termine si indica un rapporto sessuale che si interrompe prima dell’orgasmo maschile, con eiaculazione fuori dalla vagina. Prevede un completo controllo maschile del rapporto, che si interrompe bruscamente quando decide il maschio. Può quindi interferire negativamente sui complessi meccanismi psico-affettivi che regolano la coppia.
La sua efficacia contraccettiva è modesta (Indice di Pearl 10-20). Infatti è possibile un insuccesso contraccettivo o per eiaculazione precoce, o per fuoriuscita di qualche goccia di sperma prima della eiaculazione realmente avvertita.
Metodi di barriera
Il diaframma è considerato, similmente al profilattico, un metodo contraccettivo di barriera. Esso consiste in una coppa di materiale gommoso, montato su una molla flessibile circolare, che la donna si applica in vagina davanti al collo dell’utero prima del rapporto sessuale. Dopo il rapporto va tenuto in sede per almeno 6 ore. Si consiglia di utilizzare insieme al diaframma una crema spermicida, al fine di potenziarne l’azione contraccettiva. Il medico deve scegliere la misura adatta alla donna e deve istruirla per una corretta applicazione.
L’efficacia contraccettiva del diaframma è molto variabile. Per un corretto utilizzo viene riferito un indice di Pearl 2-3, me esistono più studi che riferiscono una percentuale di insuccessi molto più elevata; ciò dipende molto dalla correttezza di applicazione del diaframma stesso.
È uno dei metodi più usati. Fa parte, insieme al diaframma, dei cosiddetti “metodi di barriera”, in quanto esercita la sua funzione contraccettiva ponendosi come barriera fra le cellule riproduttive maschili (spermatozoi) e femminili (cellula uovo).
La sua sicurezza viene stimata con un Indice di Pearl variabile tra 3 e 10 (Ginecologia e Ostetricia – Monduzzi Editore – Bologna). Possibili insuccessi sono anche dovuti a un errato utilizzo, o a eventuale rottura del profilattico. Non va trascurata l’utilità del profilattico nella trasmissione di malattie infettive.
Con il termine di “contraccezione ormonale” ci si riferisce a quei metodi contraccettivi che si basano sulla assunzione di ormoni (estrogeni e progestinici) che in un certo senso sono simili agli ormoni femminili prodotte dalle ovaie. L’assunzione di tali sostanze, in dosi e tempi definiti, comportano vari effetti sul sistema riproduttivo femminile (vedi oltre) da cui deriva la massima efficacia contraccettiva.
Appartengono alla contraccezione ormonale i seguenti metodi: pillola contraccettiva, anello vaginale, cerotto contraccettivo e, da poco tempo, il dispositivo ad impianto sottocutaneo. Tali metodi differiscono tra loro per il diverso modo di utilizzo, ma hanno in comune lo stesso meccanismo di azione e la stessa efficacia.
Metodica contraccettiva ormonale basata sull’associazione di estrogeni e progestinici, che prevede l’assunzione di una pillola al giorno per 21 giorni a ciclo. La pillola ha la massima efficacia contraccettiva (molto prossima al 100%), e ciò dipende dal sommarsi di una varietà di meccanismi d’azione.
In particolare essa sopprime l’ovulazione, impedendo la maturazione della cellula uovo e il suo rilascio dall’ovaio; viene così a mancare la materia prima indispensabile per dare l’avvio ad una gravidanza. Inoltre provoca un ispessimento del muco cervicale, rendendo più difficile il suo attraversamento da parte degli spermatozoi.
La pillola provoca inoltre un assottigliamento dell’endometrio, che diventa quindi meno adatto all’impianto di una eventuale gravidanza.Infine la pillola inibisce la motilità delle tube, ostacolando così l’incontro tra cellula uovo e spermatozoi.
È importante ricordare che alcune donne potrebbero avere delle controindicazioni all’uso della pillola. Non possono assumere la pillola le donne con tromboflebiti e patologie a rischio tromboembolico, le donne con precaria funzionalità epatica, con emorragie in atto di natura non ancora diagnosticata, con sospetto di cancro della mammella. Si sconsiglia la pillola a donne in marcato sovrappeso e a forti fumatrici.
Per saperne di più sulla pillola consulta la pagina su Le domande più frequenti sulla pillola.
Questo nuovo metodo contraccettivo ha un effetto neutrale sul peso corporeo, bassa incidenza di effetti collaterali (tensione mammaria, mal di testa, nausea) offre un eccellente controllo del ciclo mestruale ed è facile da usare.
Il nuovo contraccettivo si chiama NuvaRing: è un anello da inserire in vagina, flessibile, trasparente di materiale anallergico, atossico, biocompatibile (Etilene Vinilacetato- EVA) ed ha un diametro di circa 5 cm, e uno spessore di 4 mm.
Esso contiene due ormoni, simili a quegli stessi ormoni che sono contenuti nella pillola: etinilestradiolo (estrogeno) e etonogestrel (progestinico).
Tali ormoni vengono quotidianamente e gradualmente rilasciati dall’anello a dosi giornaliere molto basse e, attraverso le pareti vaginali, vengono direttamente assorbiti nel circolo sanguigno. L’assorbimento di tali ormoni comporta un effetto contraccettivo pari a quello della pillola contraccettiva; in particolare viene impedita l’ovulazione ed inoltre, vengono apportate delle modifiche del muco cervicale, che lo rendono inadatto alla risalita degli spermatozoi.
Uno dei vantaggi di tale sistema rispetto ai contraccettivi orali, sta nel fatto che non è necessario ricordarsi ogni giorno di assumere una pillola.
Va considerato inoltre che essendo gli ormoni assorbiti attraverso la parete vaginale e quindi direttamente nel circolo sanguigno, non si verificano eventuali disturbi gastrici conseguenti alla somministrazione per via orale ed inoltre, eventuali episodi di vomito e/o diarrea, non hanno alcuna influenza sulla sicurezza contraccettiva.
Non favorisce né provoca infezioni, non dà fastidio durante il rapporto sessuale e non c’è il rischio che si perda neppure facendo attività sportiva.
Si tratta di un nuovo sistema contraccettivo ormonale che comporta l’assunzione del farmaco mediante un sistema transdermico o cerotto.
Il cerotto anticoncezionale (Evra) contiene degli ormoni simili a quelli presenti nelle pillole anticoncezionali.
Più esattamente contiene 2 tipi di ormoni: estrogeno (etinilestradiolo) e progestinico (norelgestromina).
Applicato il cerotto sulla pelle, questi ormoni vengono assorbiti attraverso la pelle e quindi passano direttamente nella circolazione sanguigna.
La dose giornaliera assorbita dal cerotto è di 20 mcg di etinilestradiolo e 150 mcg di norelgestromina.
L’azione contraccettiva viene assicurata con lo stesso meccanismo di azione della pillola contraccettiva: blocco dell’ovulazione, ispessimento del muco cervicale (che così risulta più difficilmente attraversabile dagli spermatozoi), azione sull’endometrio che tende all’atrofia rendendosi meno adatto all’impianto di una gravidanza.
L’efficacia contraccettiva del cerotto contraccettivo è del 99%.
Il cerotto può esser applicato sull’addome, le natiche, nella parte superiore delle braccia, sulle cosce, sul tronco, ma non sul seno. Per ridurre al minimo il rischio di irritazione locale, il nuovo cerotto deve essere applicato su un’area cutanea diversa dal precedente.
Ogni cerotto deve essere applicato per 7 giorni e quindi rimosso e sostituito con un nuovo cerotto. Pertanto per ogni ciclo si usano 3 cerotti i quali vengono applicati uno ogni settimana, per un totale di 21 giorni. Dopo una settimana di pausa (cioè senza cerotto) durante la quale compare la mestruazione, si riapplica il primo cerotto del ciclo successivo.
Come nel caso della pillola contraccettiva, va tenuto presente che possono verificarsi delle circostanze in cui l’efficacia contraccettiva può risultare ridotta. Per esempio l’uso di altri farmaci (antibiotici) o un ritardo nella applicazione del cerotto dopo i 7 giorni di pausa prevista, possono comportare un rischio di gravidanza.
A differenza della pillola (e analogamente a quanto riferito relativamente all’anello vaginale), non essendo il farmaco assorbito per via digestiva, eventuali episodi di vomito o diarrea non comportano una riduzione di efficacia contraccettiva.
È di recente introduzione anche sul mercato italiano un nuovo dispositivo contraccettivo ormonale a impianto sottocutaneo, denominato Nexplanon. Tale dispositivo consiste in una barretta cilindrica della lunghezza di cm. 4 e con un diamtero di mm. 2. Esso contiene 68 mg. di Etonogestrel, progestinico già utilizzato nell’anello contraccettivo vaginale (Nuvaring) e derivato dal Desogestrel, quest’ulitmo già presente in diverse pillole contraccettive in commercio da vari anni.
Il dispositivo viene inserito dal ginecologo, dopo aver iniettato un anestetico locale, sotto la cute di un braccio.
La dose di farmaco presente nel dispositivo (68 mg. di Etoogestrel) è sufficiente a garantire una elevatissima efficacia contraccettiva per un periodo di 3 anni, trascorsi i quali il dispositivo va rimosso. L’azione contraccettiva di tale sistema si basa su due meccanismi: soppressione dell’ovulazione e aumento della viscosità del muco cervicale, che quindi risulta molto più difficilmente attraversabile da parte degli spermatozoi.
La spirale (detta anche I.U.D. o dispositivo intrauterino) è uno dei metodi contraccettivi più efficaci. Si calcola che il rischio di gravidanza sia del 2-3 %. Essa consiste in un piccolo dispositivo di materiale plastico, arricchito da materiali minerali (rame o argento).
La spirale viene inserita in ambulatorio dal medico nella cavità uterina, attraversando il canale cervicale e quindi può venire rimossa alcuni anni dopo (fino a 5 anni).
La sua presenza nell’utero, fungendo da corpo estraneo, fa si che l’endometrio vada incontro ad una reazione di tipo infiammatorio tale da risultare inadatto all’impianto dell’embrione; inoltre sembra che eserciti un’azione nei confronti degli spermatozoi, ostacolandoli nel percorso lungo la cavità uterina e nella loro capacità di fecondare. Tali azioni sono potenziate dal rame (presente in vari tipi di I.U.D.).
Controindicazioni alla spirale sono: infiammazioni pelviche in atto o particolarmente frequenti in passato, abituali mestruazioni molto abbondanti (considerando che la spirale al rame tende ad aumentare la quantità del flusso mestruale), sanguinamento da causa non ancora accertata, malformazioni uterine (pressochè impossibile il corretto posizionamento in utero della spirale). Va infine ricordato che una possibilità di fallimento contraccettivo della spirale può dipendere da un suo spostamento per tentativo di espulsione spontanea dall’utero, evenienza che può verificarsi soprattutto nei primi mesi dopo la sua applicazione. Il corretto posizionamento della spirale può essere facilmente verificato con l’ecografia.
Un discorso diverso va fatto per la spirale medicata, ovvero un dispositivo senza il rame, ma che contiene una bassissima quantità di progestinico (Levonorgestrel) che viene rilasciato direttamente nella cavità uterina. Quindi, in confronto ad altri tipi di contraccezione ormonale (pillola, anello, cerotto) per i quali il farmaco ha un’azione generale, con la spirale medicata il farmaco ha un’azione quasi esclusivamente locale, a livello uterino.
La spirale medicata impedisce il concepimento grazie all’azione del farmaco che causa un aumento della densità del muco cervicale che impedisce il passaggio degli spermatozoi. Inoltre inibisce la motilità degli spermatozoi attraverso utero e tube. Questi effetti aumentano l’efficacia contraccettiva (99,7%).Il flusso mestruale con la spirale medicata risulta significativamente ridotto a causa del minore accrescimento dell’endometrio per azione del progestinico. Quindi questo tipo di spirale, a differenza di quella al rame, è particolarmente indicata per le donne con flussi mestruali abbondanti.
Con questo temine ci si riferisce a un sistema contraccettivo di emergenza, a cui poter ricorrere in circostanze particolari che possono verificarsi in seguito a rapporto sessuale non protetto da altri sistemi contraccettivi. Una delle occasioni in cui più frequentemente tale metodo viene richiesto è l’evenienza della rottura del profilattico. Altra circostanza particolare è rappresentate dalla necessità di evitare una gravidanza dopo violenza sessuale.
Questo sistema contraccettivo consiste nell’utilizzo di combinazioni di estrogeni e progesterone (pillola contraccettiva) in dosi e tempi diversi ovviamente dal normale utilizzo della pillola. Nei primi mesi del 2001 è stata introdotto sul mercato un nuovo prodotto (Norlevo), indicato in maniera specifica come contraccettivo di emergenza, a base di solo progestinico (Levonorgestrel). Tale farmaco agisce spostando di alcuni giorni l’ovulazione. L’efficacia è elevata, a condizione che il trattamento sia iniziato il più presto possibile (non oltre le 72 ore dal rapporto non protetto).
La sterilizzazione consiste in un intervento chirurgico che viene eseguito per chiudere le salpingi (o tube di Falloppio) in modo da evitare l’incontro tra la cellula uovo e gli spermatozoi ed impedire così il concepimento.
Tale intervento può essere eseguito secondo diverse modalità. Nella maggior parte dei casi viene eseguito mediante la tecnica chirurgica della laparoscopia (per ulteriori spiegazioni a tal proposito leggi la pagina sulla laparoscopia). In altri casi può essere eseguito con la chirurgia tradizionale, cioè attraverso una più ampia incisione chirurgica dell’addome. Ciò si verifica più spesso quando la sterilizzazione viene eseguita in occasione di interventi chirurgici fatti per altre indicazioni, ad esempio in occasione di un taglio cesareo.
Tecnicamente, una volta raggiunte le tube, queste possono essere chiuse con diverse modalità: taglio, coagulazione, legatura oppure mediante applicazione di clips.
La sterilizzazione comporta esclusivamente l’interruzione del transito di cellula uovo e spermatozoi lungo le tube. Essa non influisce sull’attività ovarica e quindi sulla produzione ormonale, la quale rimane invariata. Pertanto non sono da prevedere dopo una sterilizzazione alterazioni del ciclo nè uno stato menopausale.
La sterilizzazione impropriamente viene considerata tra i sistemi contraccettivi, in quanto un requisito dei sistemi contraccettivi è la reversibilità (come è già stato riportato tra le nozioni generali all’inizio di questa pagina). Infatti la sterilizzazione deve essere considerata un sistema irreversibile. Ciò comporta una doverosa e ponderata riflessione della coppia su tale scelta, data la impossibilità di ripristino della fertilità in caso di un ripensamento che dovesse sopraggiungere successivamente.
Pillola anticoncezionale
La pillola esercita la sua azione contraccettiva grazie al sommarsi di più azioni: soppressione dell’ovulazione (azione principale), azione sul muco cervicale, che diventa più spesso e quindi meno facilmente attraversabile da parte degli spermatozoi, azione sull’endometrio, che diventa così meno adatto all’impianto dell’ ovulo fecondato.
- Come e quando si inizia l’ uso della pillola?
- La donna che inizia ad usare la pillola per il primo ciclo prende la prima pillola il primo giorno della mestruazione, e quindi prenderà una pillola al giorno per ventuno giorni consecutivi.
- Nei cicli successivi prenderà la prima pillola dopo che sono trascorsi sette giorni di intervallo (senza cioè assunzione della pillola) dalla fine della confezione precedente.
- Il flusso mestruale compare nel corso dei sette giorni di intervallo.
- B. Taluni preparati contraccettivi sono in confezioni da 22 pillole per ciclo (quindi con 6 giorni di intervallo) o con 28 pillole per ciclo (uso quotidiano senza interruzione)
- Durante i giorni di intervallo tra un ciclo e l’altro vi è sicurezza contraccettiva?
Se la pillola è sempre stata usata correttamente, da sicurezza contraccettiva anche per rapporti sessuali verificatisi nei giorni di intervallo tra un ciclo e l’altro.
- Quali sono le donne che non possono usare la pillola?
Non possono usare la pillola le donne che hanno controindicazioni al suo utilizzo.
Per controindicazioni si intende riferirsi a situazioni preesistenti all’uso della pillola, in presenza delle quali la pillola sia sconsigliata.
Tali controindicazioni sono:
- gravidanza e allattamento;
- perdite di sangue vaginali da cause non ancora accertate;
- tumore della mammella;
- insufficiente funzionalità epatica;
- malattie comportanti un aumentato rischio cardiovascolare (ipertensione arteriosa, cardiopatia ischemica, patologie trombo-emboliche, diabete con complicanze vascolari, severa cefalea);
- fumo di sigaretta in elevata quantità (ad esempio più di 20 sigarette al giorno) e soprattutto se in età oltre i 35-40 anni;
- obesità marcata.
Pertanto è opportuno che ogni donna, prima di assumere la pillola, si sottoponga a un controllo medico per valutare la presenza o assenza di controindicazioni.
- Come comportarsi in caso di mancata mestruazione nell’ intervallo fra due cicli di pillole?
Se, trascorsi i sette giorni di intervallo, non è comparso il flusso mestruale, prima di iniziare l’assunzione delle pillole per il ciclo successivo, va accertata la presenza o assenza di una eventuale gravidanza.
Infatti qualora vi fosse una gravidanza non vi sarebbe la comparsa di alcun flusso mestruale, e va ricordato che l’ uso della pillola è controindicato in caso di gravidanza
- Cosa fare in caso di dimenticanza di una o più pillole?
Se ci si accorge della mancata assunzione di una pillola entro 12 ore dall’ orario abituale, con l’immediata assunzione della pillola dimenticata è conservata l’efficacia contraccettiva.
Se invece ci si accorge della dimenticanza oltre le 12 ore, si può assumere subito la pillola dimenticata e poi le successive regolarmente. In tal caso però (e ancor più se le pillole dimenticate sono più di una) l’efficacia contraccettiva è minore.
Si consiglia pertanto in queste circostanze di usare un ulteriore metodo contraccettivo (es. profilattico).
- La comparsa di perdite di sangue nella donna che usa la pillola è una cosa preoccupante?
È abbastanza frequente la comparsa di perdite di sangue di scarsa entità nel corso del primo ciclo d’uso della pillola. Ciò solitamente non rappresenta un problema e già a partire dal ciclo successivo non si verifica più.
Scarse perdite di sangue possono verificarsi in seguito a un uso non corretto della pillola (ad esempio per dimenticanza di una o più pillole).
Persistendo il problema, o in assenza delle circostanze citate, è bene rivolgersi a un medico per valutare l’eventuale esistenza di patologie che siano causa del sanguinamento.
- È necessario sospendere la pillola prima di un eventuale intervento chirurgico?
Se la donna che usa la pillola deve affrontare un intervento chirurgico che comporti un certo periodo di immobilizzazione, è bene che sospenda la pillola 1-2 cicli prima dell’intervento. Ovviamente ciò vale per gli interventi chirurgici programmati e non urgenti.
Nella necessità di eseguire un intervento chirurgico con carattere di urgenza indifferibile, l’uso della pillola non giustifica il rinvio dell’intervento, ma la donna deve informare i medici dell’uso della pillola.
- Quali sono le condizioni che possono comportare una minore efficacia contraccettiva della pillola?
La pillola ha una efficacia contraccettiva molto elevata, assai prossima al cento per cento. Possono però talora verificarsi delle situazioni per le quali l’efficacia contraccettiva della pillola può ridursi, verificandosi così un rischio di gravidanza.
Tali situazioni sono:
- uso non corretto della pillola (dimenticanza di una o più pillole);
- uso di altri farmaci; va ricordato che alcuni farmaci (ad esempio taluni antibiotici, antiepilettici, tranquillanti, lassativi) possono influenzare l’assorbimento o il metabolismo della pillola, con conseguente riduzione dell’efficacia contraccettiva;
- episodi di vomito o diarrea (ad esempio per un’indigestione) possono ridurre l’assorbimento della pillola.
Contraccezione ormonale sottocutanea
- Nexplanon è un sistema contraccettivo a lungo termine, in forma di una piccola asta flessibile, con lunghezza di cm. 4 e spessore di mm. 2, che viene inserito sotto la pelle di un braccio.
- Esso contiene un ormone progestinico (etonogestrel), che viene assorbito in minima quantità ogni giorno. La dose complessiva di etonogestrel contenuta nel dispositivo è di 68 mg. ed è sufficiente per un periodo di 3 anni.
- Come agisce Nexplanon?
- Il progestinico (etonogestrel) presente nel dispositivo viene assorbito in minime quantità giornaliere per 3 anni.
- L’azione di questo ormone impedisce l’ovulazione, e quindi, in assenza della cellula uovo, non può instaurarsi una gravidanza. Inoltre il progestinico rende il muco cervicale più denso ostacolando il passaggio degli spermatozoi.
- Quanto è affidabile Nexplanon?
Nessun metodo di contraccezione è efficace al 100%. Tuttavia, Nexplanon ha un’efficacia molto vicina al 100 %.
- Quali sono i vantaggi di Nexplanon?
- A differenza della pillola contraccettiva, Nexplanon può essere utilizzato da donne che non possono o non vogliono utilizzare gli estrogeni. Inoltre, utilizzando Nexplanon non c’è la necessità di ricordarsi ogni giorno dell’assunzione di un farmaco.
- Ciò comporta l’assenza di possibili errori di assunzione o dimenticanze e quindi la maggiore affidabilità. Inoltre, non essendo Nexplanon assunto per via orale, la sua efficacia non viene ridotta in caso di vomito o diarrea (come invece può succedere usando contraccettivi orali).
- Come viene inserito Nexplanon?
- Nexplanon può essere inserito solo da un medico appositamente addestrato nella procedura. Il medico valuterà con la paziente che non vi siano controindicazioni.
- L’inserimento è una procedura semplice e veloce. Dopo aver praticato una iniezione di anestetico locale, il Nexplanon, montato in un apposito strumento applicatore, viene inserito sotto la pelle del braccio.
- In seguito viene applicato un bendaggio intorno al braccio, per ridurre al minimo la possibilità di formazione di un livido. Tale bendaggio viene mantenuto per 24 ore, durante le quali si controlla che il bendaggio stesso rimanga pulito e asciutto.
- Rimosso il bendaggio si dovrebbe sentire, palpando con un dito, il Nexplanon appena sotto la pelle. In caso contrario, è necessario rifare un controllo presso il medico che ha applicato il dispositivo. Si dovrebbe usare una protezione contraccettiva supplementare contraccettivi (ad esempio il preservativo) finché non si è sicuri che Nexplanon sia correttamente inserito nel braccio.
- È dolorosa l’applicazione di Nexplanon?
Per l’applicazione di Nexplanon sotto la pelle si pratica prima una infiltrazione con anestetico locale. Ciò viene fatto proprio per evitare il dolore nella procedura di inserimento.
- Quando deve essere inserito Nexplanon?
Nexplanon dovrebbe essere inserito tra il primo e il quinto giorno del ciclo mestruale.
- In quanto tempo Nexplanon iniziare a lavorare?
Nexplanon inizia a lavorare, cioè a rilasciare l’ormone (etonogestrel) non appena viene inserito.
- È possibile vedere il Nexplanon nel braccio?
È improbabile che Nexplanon sia visibile. Comunque, si dovrebbe essere in grado di sentire Nexplanon toccando con un dito la sede di inserimento.
- Può Nexplanon perdersi o rompersi?
Se correttamente inserito, Nexplanon rimane fisso appena sotto la pelle.
Nexplanon è in materiale plastico flessibile, per cui è improbabile che possa rompersi dentro il braccio.
- Sono necessari controlli regolari?
Il medico che ha applicato il dispositivo consiglierà quando è necessario eseguire controlli ginecologici di routine.
- Possono altri farmaci influenzare l’efficacia del Nexplanon?
Alcuni medicinali possono reagire con Nexplanon, ad esempio anti-epilettici, i trattamenti per la tubercolosi e rimedi a base di erbe (iberico o erba di San Giovanni). Quindi se il medico si trova a dover prescrivere dei farmaci per altre necessità, è importante riferirgli che si sta utilizzando Nexplanon. Ciò vale anche per gli altri contraccettivi ormonale (ad esempio la pillola).
- Può Nexplanon avere degli effetti sulle ossa?
Non sono stati osservati con Nexplanon effetti negativi sulle ossa. Questo perché il livello di estrogeni (che vengono comunque regolarmente prodotti dalle ovaie) nel corpo rimane ad un livello sufficiente per salvaguardare la massa ossea.
- Nexplanon può proteggere dalle infezioni sessualmente trasmesse?
Poiché Nexplanon non funziona come una barriera (come ad esempio il preservativo), non può proteggere dalle malattie sessualmente trasmesse. Si dovrebbe usare il preservativo se si teme di avere rapporti sessuali a rischio di infezione.
- Quali sono i possibili effetti collaterali con l’utilizzo di Nexplanon?
Come nella maggior parte dei medicinali, c’è la possibilità di alcuni effetti collaterali con l’uso di Nexplanon. Quelli più comunemente riportati sono sanguinamento irregolare, acne, mal di testa, tensione mammaria.
Tuttavia tali effetti non si verificano sempre in tutte le utilizzatrici, ma solo in alcune. Il foglietto illustrativo dà maggiori informazioni sugli effetti collaterali, ma è bene che la donna discuta con il medico riguardo a sue eventuali preoccupazioni.
- Può Nexplanon influenzare il peso corporeo?
Come con tutti i contraccettivi ormonali, alcune donne possono notare un lieve aumento di peso durante l’utilizzo di Nexplanon.
- Che influenza ha Nexplanon sui cicli mestruali?
Gli effetti di Nexplanon sui cicli mestruali possono essere diversi da donna a donna. I cicli mestruali, a differenza di quanto succede con la pillola tradizionale, possono essere irregolari.
Ciò dipende dal fatto che mentre con la pillola si ha una assunzione ciclica del farmaco (solitamente 3 settimane di uso e una di pausa), e ciò determina la cadenza mensile dei flussi, con Nexplanon si ha una assorbimento continuativo del farmaco e non vi sono regolari pause mensili da cui dipende la regolarità dei cicli. In alcune donne possono esservì anche cicli più diradati o talora anche assenza di mestruazioni. Ma questo è una normale conseguenza dell’uso continuativo del farmaco, e non deve quindi essere visto come una complicanza.
Altrettanto questo non vuol significare che Nexplanon non stia funzionando come contraccettivo; la sua efficacia in tal senso rimane invariata. In alcuni casi possono invece verificarsi periodi di sanguinamento più prolungato o più abbondante.
È impossibile prevedere tali cambiamenti.
Comunque in caso di eventuali dubbi è bene parlarne con il medico che ha applicato il dispositivo Nexplanon, È consigliabile annotare su un calendario il verificarsi dei cicli in modo da poter valutare con più accuratezza la situazione discutendone con il medico.
- Come è possibile sapere quando Nexplanon deve essere rimosso?
Nexplanon deve essere rimosso dopo tre anni. In occasione del suo inserimento il medico consegna alla donna una scheda che indica la data entro cui dovrebbe essere rimosso.
Si prega di conservare la scheda in un luogo sicuro, e prendere un appuntamento con il medico per la rimozione prima di questa data.
- Come e quando si rimuove Nexplanon?
La rimozione del Nexplanon vien fatta dopo tre anni dall’inserzione. Può essere fatta prima per scelta della donna, oppure se vi sono motivi medici per doverlo rimuovere.
La rimozione di Nexplanon richiede solo pochi minuti. Il medico (addestrato per inserimento e rimozione di Nexplanon) individua Nexplanon sotto la pelle con la punta delle dita. Qualora non fosse apprezzabile, si può utilizzare una radiografia o una ecografia per individuarlo. Si esegue una infiltrazione di anestesia locale e quindi si pratica una piccola incisione (alcuni mm.) in prossimità di una estremità del dispositivo. Attraverso tale incisione si rimuove Nexplanon.
Anche dopo la rimozione (come dopo l’inserimento), un bendaggio può essere applicato per ridurre la possibilità che si formi un livido.
- Cosa succede se cambio medico? Chiunque può rimuovere Nexplanon?
Nexplanon deve essere appiccato e rimosso solo da medico addestrati in tale procedura in questa procedura. Pertanto, in occasione della rimozione, se si è cambiato medico, chiedere al medico attuale se è addestrato per tale procedura.
In caso contrario è bene rivolgersi a un medico che abbia già esperienza a riguardo.
Contraccezione d’emergenza
Per “contraccezione d’emergenza” si intende far ricorso a un metodo contraccettivo occasionale che abbia la capacità di evitare una gravidanza in una situazione d’ emergenza che potrebbe verificarsi in seguito a un rapporto sessuale non protetto da altri metodi contraccettivi, o in seguito a fallimento di altro metodo contraccettivo (ad esempio in seguito a rottura di profilattico).
Tale metodo , detto anche “la pillola del giorno dopo” (appunto per definire il significato del tutto occasionale), consiste nell’assunzione di 1 pillola (Norlevo) contenente 1500 mcg. di un progestinico (levonorgestrel), oppure di 2 pillole (Levonelle) contenenti ciascuna 750 mcg della stessa sostanza (levonorgestrel), da prendere in una unica somministrazione, entro un tempo massimo di 72 ore dal rapporto sessuale.
I prodotti in vendita in Italia, aventi questa composizione e indicazione, sono due: Norlevo (Angelini) e Levonelle (Schering).
Un metodo contraccettivo d’ emergenza alternativo, ma meno utilizzato, può consistere nell’applicazione in utero di una spirale (I.U.D.) entro un tempo massimo di 5 giorni dal rapporto.
L’assunzione del farmaco (Levonorgestrel) comporta lo spostamento di alcuni giorni dell’ovulazione.
- Quando si può prendere la pillola del giorno dopo?
La pillola del giorno dopo va presa entro al massimo 72 ore dal rapporto.
Quanto prima si prende la pillola più è elevata l’efficacia nell’evitare la gravidanza.
- Quante pillole bisogna prendere?
Dopo aver avuto la prescrizione medica, in caso di prescrizione di Norlevo, si assume una unica pillola appena possibile.
In caso invece di prescrizione di Levonelle, la confezione comprende due pillole, da assumere insieme appena possibile.
- Quanto è efficace la pillola del giorno dopo?
La sua efficacia è tanto più alta, quanto minore è il tempo trascorso dal rapporto sessuale non protetto.
L’efficacia è massima (superiore al 95%) se assunta entro le 24 ore dal rapporto e diminuisce fino ad annullarsi oltre le 72 ore di intervallo.
- Si può prendere in qualsiasi giorno del ciclo?
Tenuto conto che è pressoché impossibile individuare con certezza in ogni ciclo quando si verifica l’ovulazione, se si vuole avere la massima probabilità di evitare una gravidanza può essere indicato il ricorso alla pillola del giorno dopo in qualsiasi momento del ciclo.
- Vi sono controindicazioni alla pillola del giorno dopo?
Non vi sono controindicazioni, tenendo conto anche dell’ utilizzo del tutto occasionale, sporadico, in dosi limitate e per breve durata.
Ovviamente va esclusa l’esistenza di una gravidanza (insorta eventualmente già in precedenza e finora ancora non nota). In tale circostanza peraltro la pillola del giorno dopo sarebbe inutile e inefficace.
- Vi sono effetti secondari all’uso della pillola del giorno dopo?
Quando fino ad alcuni anni fa per contraccezione d’emergenza si utilizzavano pillole contenenti oltre al progestinico anche dosi più elevate di estrogeni, potevano verificarsi nei giorni durante e successivamente all’ assunzione del farmaco diversi effetti secondari: nausea, vomito, cefalea, tensione mammaria, perdite ematiche genitali, talora a carattere metrorragico.
I farmaci attualmente utilizzati, consistenti in sole 2 pillole contenenti ognuna 750 mcg di progestinico, possono comportare effetti secondari nettamente inferiori, spesso del tutto irrilevanti.
- Sono possibili interferenze di altri farmaci sulla pillola del giorno dopo, con conseguente riduzione di efficacia di quest’ultima?
Esiste la possibilità che alcuni farmaci anticonvulsivanti o antiepilettici, come anche alcuni antibiotici, possano interferire con la pillola del giorno dopo, con conseguente riduzione d’efficacia di essa.
- Cosa fare in caso di vomito dopo l’assunzione della pillola del giorno dopo?
Il vomito come effetto secondario della pillola del giorno dopo è abbastanza raro.
Nell’eventualità comunque di un episodio di vomito nelle ore successive all’assunzione del farmaco (potrebbe anche trattarsi di vomito dipendente da altri motivi indipendenti dal farmaco) è opportuno assumere subito un’altra pillola.
- La pillola del giorno dopo ha efficacia anche per eventuali rapporti fino alla mestruazione successiva?
L’assunzione della pillola del giorno dopo è efficace solo per quel singolo rapporto e non può evitare una eventuale gravidanza derivante da rapporti avvenuti in giorni ancora precedenti o successivi.
Pertanto, dopo l’uso della pillola del giorno dopo, in caso di rapporti sessuali prima della comparsa della mestruazione è doveroso far ricorso ad altri metodi contraccettivi.
- Quanti giorni dopo l’assunzione della pillola del giorno dopo si verifica la mestruazione?
La comparsa della mestruazione successivamente all’uso della pillola del giorno dopo si verifica senza grandi variazioni in anticipo o ritardo rispetto alla data prevista.
Se comunque si verifica un ritardo significativo (5-7 giorni), tenuto conto della efficacia non assoluta, è consigliabile fare un test di gravidanza.
- La mestruazione che compare dopo l’ assunzione della pillola del giorno dopo è diversa dalle altre?
Spesso può essere un po’ più abbondante.
- Cosa fare se la mestruazione dopo l’ assunzione della pillola del giorno dopo è anormale o non compare?
Se la mestruazione dopo l’assunzione della pillola del giorno dopo non compare o è diversa dal solito (più scarsa o di durata più breve) è consigliabile fare un test per accertare una eventuale gravidanza.
- Si può usare la pillola del giorno dopo come metodo contraccettivo di routine?
Assolutamente no. Innanzitutto l’ efficacia della pillola del giorno dopo è valida solo per un tempo di poche ore o giorni; pertanto non sarebbe efficace per più rapporti in giorni diversi del ciclo.
D’altra parte sarebbe del tutto inopportuno l’ uso ripetuto della pillola del giorno dopo per più volte nello stesso ciclo, date le irregolarità del ciclo che ne deriverebbero. L’uso della normale pillola contraccettiva sarebbe più sicuro, meno problematico e (cosa non irrilevante) meno costoso.
- Quando si può iniziare l’ uso di un metodo contraccettivo dopo l’ assunzione della pillola del giorno dopo?
Qualora si volesse utilizzare in futuro la pillola contraccettiva, l’uso di questa può essere iniziato con l’inizio della mestruazione successiva.
Eventuali metodi contraccettivi, di barriera (profilattico) o la spirale (se non contoindicata) possono essere utilizzati fin da subito.
Sterilizzazione
La sterilizzazione è un intervento chirurgico e quindi richiede un ricovero ospedaliero.
Solitamente viene effettuata mediante laparoscopia. Questa consiste in un intervento chirurgico nel quale si opera sugli organi all’interno addome (in tal caso le tube) senza eseguire una apertura chirurgica dell’addome (come viene fatta nella chirurgia tradizionale), ma attraverso delle piccole incisioni sulla parete addominale attraverso le quali si introducono gli strumenti chirurgici che vengono quindi manovrati sotto controllo visivo mediante un sistema video appositamente predisposto
In altri casi la sterilizzazione può venire eseguita in occasione di altri interventi chirurgici, ad esempio in occasione di un taglio cesareo.
Tecnicamente, una volta raggiunte le tube, queste possono essere chiuse con diverse modalità: taglio, coagulazione, legatura oppure mediante applicazione di clips.
Per la sterilizzazione è richiesta l’anestesia?
Per la sterilizzazione laparoscopica è generalmente richiesta l’anestesia generale.
Se la sterilizzazione viene eseguita in occasione di altri interventi (es. taglio cesareo) il tipo di anestesia dipende dall’intervento principale.
- L’intervento di sterilizzazione comporta dei rischi?
La sterilizzazione laparoscopica è un intervento abbastanza semplice.
Come per tutti gli interventi però sono possibili dei rischi. Sono possibili infatti delle complicanze legate all’anestesia, oppure complicanze legate alla laparoscopia. Sono quindi possibili delle lesioni all’intestino o alla vescica, come anche sono possibili emorragie all’interno dell’addome o a carico della parete addominale in corrispondenza delle ferite chirurgiche.
Va precisato però che la possibilità che si verifichino tali complicanze (possibilità insita in tutti gli interventi chirurgici) è in relazione alla complessità dell’intervento. Pertanto essendo la sterilizzazione un intervento abbastanza semplice, anche il rischio di complicanze è molto inferiore rispetto a interventi maggiori.
- Quanto dura il ricovero ospedaliero dopo l’intervento di sterilizzazione?
Solitamente la dimissione dall’ospedale è possibile circa 24 ore dopo l’intervento.
Se invece la sterilizzazione viene eseguita in occasione di altri interventi, la durata della degenza postoperatoria è in relazione all’intervento principale
- La sterilizzazione ha efficacia assoluta nell’evitare gravidanze?
La sterilizzazione è il metodo più efficace per evitare gravidanze, ma non ha comunque l’efficacia assoluta.
In rarissimi casi infatti è possibile che si instauri una gravidanza in seguito a ricanalizzazione o riaccostamento dei monconi di tuba dopo legatura, sezione o coagulazione.
- La sterilizzazione è un metodo temporaneo o reversibile?
La sterilizzazione va considerata un metodo irreversibile. Qualora si volesse ottenere una riapertura delle tube dopo sterilizzazione sarebbe necessario un nuovo intervento chirurgico, il quale comunque non potrebbe garantire il perfetto ripristino anatomico e funzionale delle tube.
Ottenuta la riapertura delle tube, non è detto che sia certa la possibilità di una gravidanza in utero.
Va peraltro tenuta ben presente la possibilità che, qualora avvenisse il concepimento, si verifichi una gravidanza extrauterina. In tal caso l’ovulo fecondato si impianterebbe nella tuba e non nell’utero.
- La sterilizzazione ha effetti su sessualità e femminilità?
La sterilizzazione non ha alcuna influenza sull’assetto ormonale della donna. Pertanto dopo sterilizzazione non sono da prevedere cambiamenti sul piano fisico e psichico, nonchè sull’attività sessuale.
- La sterilizzazione ha effetti sulle mestruazioni?
Non avendo la sterilizzazione influenza sulla situazione ormonale della donna, non vi è motivo per cambiamenti dei cicli mestruali. Qualora in epoca successiva alla mestruazione si verificassero delle variazioni dei cicli mestruali, ciò non potrebbe necessariamente essere messo in relazione alla sterilizzazione, potendo infatti avvenire in maniera totalmente indipendente dall’intervento.
Lo stesso si può dire sulla menopausa, la cui età di comparsa non è influenzata dalla sterilizzazione.
- La sterilizzazione protegge dalle malattie a trasmissione sessuale?
- La sterilizzazione ha semplicemente lo scopo di evitare la gravidanza impedendo l’incontro tra cellula uovo e spermatozoo.
- Pertanto in presenza di una malattia infettiva a trasmissione sessuale, o avendo un partner affetto da malattia a trasmissione sessuale, è comunque raccomandato l’uso del profilattico.
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